I movimenti di mercato
Secondo la teoria di Dow nel mercato azionario vi sono simultaneamente
tre tipi di movimento:
- MOVIMENTO
PRIMARIO (major trend): è la tendenza principale, per la
quale un mercato si definisce toro (bullish o rialzista) oppure orso (bearish
o ribassista). Dura da uno a più anni. Quando la tendenza primaria è
al rialzo i prezzi sono in salita per un lungo periodo di tempo,
intervallati da reazioni secondarie.
-
MOVIMENTI SECONDARI (intermediate trend): si tratta di movimenti opposti
alla tendenza principale in un mercato che nel lungo periodo sia bullish
o bearish.
Questi durano da tre settimane a molti mesi e possono ritracciare da
un terzo a due terzi del progresso o regresso acquisito con il movimento
primario 1; il ritracciamento più frequente è del 50%.
-
MOVIMENTI TERZIARI O MINORI (minor trend): sono rialzi o ribassi di
mercato che durano solo per un periodo limitatissimo di tempo, al
massimo tre settimane. Non sono in grado di influenzare i movimenti
primari o secondari e sono molto difficili da prevedere, perché si
ripetono in modo pressoché casuale; presentano inoltre una maggiore
possibilità di essere manipolati in una qualche misura.
Le fasi di mercato
La teoria distingue ogni ciclo completo di mercato in sei fasi
caratteristiche:
- ACCUMULAZIONE: quando la maggioranza degli investitori è ancora
convinta di essere in un mercato al ribasso, le cosiddette mani forti
(gli investitori professionali) iniziano ad acquistare a prezzi
particolarmente convenienti, nella consapevolezza che la fase ribassista
è in esaurimento. Gli acquisti vengono fatti gradualmente, in modo da
non muovere il listino. Si forma così una serie di movimenti laterali,
detti anche base o bottom.
- CONVINZIONE: in questa seconda fase vi è la convinzione che un nuovo
mercato toro ha avuto inizio; le quotazioni salgono e comincia a
serpeggiare l'ottimismo.
- SPECULAZIONE: è l'ultima fase del rialzo; l'ottimismo si trasforma in
euforia e si assiste ad una rapidissima crescita delle quotazioni.
Entrano sul mercato anche le cosiddette mani deboli, tipicamente piccoli
risparmiatori, che immancabilmente decidono di acquistare quando i
prezzi sono vicini ai loro massimi, incoraggiati anche dall'enfasi dei
mezzi di comunicazione, che descrivono il boom borsistico in corso.
- DISTRIBUZIONE: gli operatori dominanti nel mercato comprendono che il
mercato toro è finito e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni
lunghe. La fase espansiva risulta indebolita e si crea un movimento
laterale simile a quello creatosi ai minimi di mercato, detto tetto o
top.
- PANICO: si manifesta un brusco declino dei prezzi, dal momento che tutti
si accorgono che il mercato non ha più nulla da dare e vendono al
meglio per salvarsi dal ribasso generale.
- FRUSTRAZIONE: ultima fase del mercato orso, in cui gli ultimi rimasti
con i titoli in mano li vendono ai prezzi minimi assoluti. Generalmente
si tratta proprio di quei piccoli risparmiatori che avevano acquistato
sui massimi, durante la fase di speculazione. L'indebolimento di
quest'ultima fase di flessione coincide con un nuovo processo di
accumulazione.
Le sei fasi di mercato suddette caratterizzano quindi due movimenti
primari, il primo al rialzo e il secondo al ribasso, che costituiscono
un ciclo di mercato completo.
Per rendere maggiore
chiarezza ho predisposto un esempio che ben rappresenta la psicologia
del mercato e sopratutto la psicologia degli
investitori. [clicca
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È frequente quindi che le fasi di espansione, così come le fasi di
flessione siano intervallate da temporanei movimenti in controtendenza
(movimenti secondari), che sono chiamati di Riaccumulazione o di
Redistribuzione, in quanto si riferiscono alle prese di beneficio di
coloro che avevano operato nella prima fase del movimento di mercato.
Questa impostazione generale del ciclo di un mercato azionario è stata
via via arricchita dagli analisti tecnici discepoli di Dow con la
formalizzazione di veri e propri modelli di evoluzione grafica (patterns)
riferibili ai diversi momenti cruciali che caratterizzano l'evoluzione
di un mercato. In sostanza sono state codificate configurazioni
caratteristiche per ogni stato del mercato.
I movimenti laterali (linee)
Una linea è "...un movimento di prezzo di due o tre settimane o più,
durante il quale la variazione di prezzo degli indici non fa registrare
scostamenti superiori al 5% della propria media. Tale movimento indica
sia accumulazione, sia distribuzione." . Si tratta quindi di
situazioni di congestione durante le quali i prezzi tendono ad oscillare
in un corridoio grafico orizzontale (sideways trend). Una crescita sopra
i limiti della linea indica accumulazione e predice prezzi più alti,
mentre una caduta sotto il limite indica distribuzione e quindi future
quotazioni più basse.
Le inversioni di tendenza
Una tendenza al rialzo (bull market) è identificata da massimi e minimi
relativi dei prezzi con valori superiori rispetto ai precedenti estremi
relativi; al contrario una tendenza al ribasso (bear market) è
caratterizzata da livelli minimi e massimi dell'indice in progressivo
declino .
Il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà dato dal
fallimento del mercato nel creare un nuovo massimo (minimo) più alto
(basso) di quello precedente.
L'interpretazione di un segnale di inversione di tendenza risulta molto
più affidabile se, oltre agli eventi di cui sopra, si nota un
comportamento del volume delle contrattazioni coerente con la nuova fase
di mercato; inoltre è auspicabile che, prima dell'inizio di una nuova
tendenza, siano state completate le fasi del trend di mercato
precedente.
La probabilità di inversione di una tendenza primaria è dunque
maggiore se il mercato è già stato soggetto ad una fase di
accumulazione o distribuzione, caratterizzate da volumi di
contrattazione che lievitano notevolmente.
L'importanza di saper distinguere tra un valido movimento secondario e
il primo stadio di una nuova tendenza primaria appare ora evidente;
questa è forse la parte della teoria più difficile da interpretare, ma
è senza dubbio quella decisiva.
Relazione tra prezzi e volumi
La situazione normale è quella in cui il volume degli scambi si espande
durante un bull market e si contrae durante un bear market (volume
concordante). Quando questo non avviene (volume discordante), viene
generato un possibile segnale di inversione di tendenza. Questo
principio dovrebbe essere utilizzato però solo come indicazione
aggiuntiva in un'analisi completa e dettagliata del ciclo di mercato.
L'analisi tecnica, che ha raggiunto notevole diffusione e popolarità
tra gli operatori professionali, fonda le sue previsioni sostanzialmente
su tre presupposti:
1) il mercato sconta tutto; i prezzi riflettono tutte le informazioni;
qualunque variabile rilevante, sia essa di carattere prettamente
economico, monetario o semplicemente politico, viene istantaneamente
riflessa nel prezzo di mercato. Non viene indagato su quali siano i
fattori determinanti: il prezzo viene accettato come sintesi perfetta di
tutto ciò che riguarda l'attività quotata. Vi sono certamente le più
valide ed eterogenee motivazioni che provocano il rialzo o il ribasso
dei prezzi, ma non è indispensabile conoscerle. Poiché ognuno di
questi fattori si riflette nel movimento dei prezzi (e dei volumi) di
scambio, l'analisi di queste sole variabili nel tempo è sufficiente per
capire ed individuare la direzione del mercato.
2) la storia si ripete; questo secondo presupposto è di carattere
psicologico, e si basa sulla convinzione che, ad uno stimolo identico,
gli individui rispondano con una reazione ed un comportamento analoghi
ed immutati nel tempo. Attraverso lo studio di precedenti punti di
svolta del mercato, è possibile evidenziare alcuni particolari che
servono ad identificare i principali minimi e massimi. L'agire umano, e
di conseguenza l'andamento del mercato azionario, è estremamente
complesso e non si ripete mai in modo esattamente identico; ma il
riproporsi di modelli di comportamento (patterns) simili è sufficiente
per permettere all'esperto di individuare i punti critici principali. Ciò
sostanzialmente significa ammettere che l'andamento del prezzo passato
abbia qualche possibilità di ripetersi nel futuro; questo movimento dei
prezzi tende a riflettere le reazioni psicologiche dei partecipanti al
mercato. È questione distinta, e subordinata, quali siano gli strumenti
più adatti per riconoscere e descrivere tali patterns.
3) validità dei trend; si assume che una tendenza nei prezzi debba
essere ritenuta valida fino a che non appariranno netti segnali di
inversione. È fondamentale quindi identificare, sin dal primo stadio
del suo sviluppo, la tendenza che caratterizza il mercato in generale e
le singole operazioni in particolare, per operare coerentemente con la
direzione del trend che è stata individuata.
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